"L'illusione non si mangia"
"Non si mangia, ma alimenta"
(Gabriel Garcia Marquez)

venerdì 3 giugno 2011

I ragazzi di Spixana

Un libro non sai mai dove va. E’ un pensiero paralizzante, se solo ci pensi un po’. Tu scrivi, per esempio, di una strada in collina, con tutto l’armamentario di curve, lunghezza e fatica, dal primo passo nell’erba fino alla cima nel vento. E la strada che ti fa? cambia tracciato ad ogni sguardo, ad ogni lettore, punta verso dove non credevi, attraversa oscurità che neppure immaginavi. All’inizio, un po’ risentita, ci provi a riportarla sulla retta via, e spieghi, racconti, giustifichi. Poi capisci che è meglio godersi lo spettacolo.  E chiedere alla strada di darti un passaggio.  Qualche giorno fa mi ha portata tra i ragazzi di Spixana. Tipi impegnativi. Di quelli che davanti ad un calice di fiele hanno spesso chiesto il bis. Gente che il veleno e il dolore non gliel’ha mai guariti una poesia. E che se leggono di una strada in salita pensano a quella che stanno costruendo dentro di sè, scavando ogni singolo minuto di ogni dannato giorno perché il buio, se ti fermi, ti riagguanta sempre. Altro che ulivi di Giambartolo. Maurizio, un ragazzone con la faccia buona, per farla passare, la sua strada, sta provando a districarsi in un bosco fitto fitto di paure e debolezze. “E’ una questione di libertà”, ha ragionato a voce alta nella sala inondata di luce. Non mi sono chiesta se parlasse del mio libro o della sua battaglia. Degli arrovesciati del 1950  o dei ragazzi del 2011 che, come lui, dalla Comunità ci vogliono uscire finalmente da vincitori. Gli ho solo augurato di arrivare fino in cima.

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