"L'illusione non si mangia"
"Non si mangia, ma alimenta"
(Gabriel Garcia Marquez)

lunedì 12 maggio 2008

Quei "cento passi" verso verità nascoste

Liliana Esposito Carbone
SOVERATO (CZ) - La foto del figlio, “un ragazzo di Locri”, attaccata al collo. I 44 mesi trascorsi dal suo omicidio caricati sulle spalle. Ma in corteo per le vie di una distratta Soverato - impegnata solo a guardare  sfilare i “Cento passi” della manifestazione antimafia voluta dai ragazzi dell’associazione “Metasud” - Liliana Esposito Carbone non ne sembra piegata, anche se l’ultimo colpo, l’archiviazione del caso, brucia ancora.
“L’ho saputo quattro mesi dopo, dai giornali”. Alla maestra di Locri, però, qualcuno deve aver spiegato che di più, considerate le carte in mano, era difficile fare. “Si rischiava di chiedere il rinvio a giudizio senza avere elementi solidi per arrivare in aula. E così i colpevoli sarebbero finiti assolti”, ragiona pragmaticamente Liliana, per tre anni impegnata a pungolare e raddrizzare indagini “partite tardi e male”. “Perché siamo a Locri, non a Garlasco o Perugia, e da noi il Ris arriva 14 giorni dopo. I nostri morti, evidentemente, sono meno rispettabili e rispettati”.