Valentino Galati |
Se sanno, tacciono, però. E il silenzio sulla sorte di Valentino Galati, un passato immacolato di seminarista a Catanzaro e un presente pericoloso di custode di un villaggio turistico di Pizzo, non fa più respirare tra le mura domestiche di contrada Caria, a Filadelfia, grosso centro delle Serre vibonesi. Spente le fiaccole dei cortei di solidarietà, esaurite le parole di vicinanza pronunciate “a caldo” dai rappresentanti delle istituzioni e dai cittadini, diradate fino a sparire le visite degli investigatori al lavoro sulla scomparsa, in casa Galati resta, tra sigarette e calmanti, solo la dolente conta dei giorni - 365 il prossimo 27 dicembre – e la foto sorridente di Valentino che sul caminetto fa compagnia al ritratto del Sacro Cuore di Gesù. Con la stessa espressione bonaria, a pochi giorni dalla sparizione, il ventenne cominciò a campeggiare dalle pagine di cronaca dei quotidiani regionali mentre la casalinga Anna Fruci e il bidello Vincenzo Galati si aggrappavano all’ipotesi di un allontanamento volontario. “Una madre deve sempre sperare”. A un anno di distanza, però, della speranza è rimasta solo la parola e anch’essa smozzicata.