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La posizione è felice. Scarsi, invece, i servizi. Forse è per questo che il Grand Hotel Cengizhan, con le sue stanze vista mare dal molo foraneo del porto di Crotone, non compare sulle guide turistiche. Il suo successo, partito tre anni fa, è legato esclusivamente al passaparola di un'affezionata clientela: migranti impastoiati nelle maglie della legislazione italiana, in attesa di un ricorso, di un'audizione, di un rinnovo, senza soldi per un altro tetto, lo hanno eletto a dimora del cuore. In fondo, a volerci ridere su, è come andare in crociera senza partire e pagare. Se solo dimentichi il puzzo di combustibile e di marcio, il caldo, gli stracci, la ruggine e i topi. Se dimentichi che stai sopra un mercantile turco che in Italia ne ha portati a centinaia come te, uomini che stavano ammassati, scambiandosi sudore e paura, in attesa della terra ferma. Se solo, infine, non pensi che la terra ferma l'hai sognata pure tu e credevi bastasse metterci i piedi sopra, alla fine di quella traversata da vomito, per raggiungerla. E invece stai lì a dormire in un barcone, a metterti in fila sul molo per il pranzo della Caritas, e a fissare il mare, la sera, dalla prua scrostata del Cenghizan.